Avviato l'iter per la revoca della scorta a Capitano Ultimo
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Scorta Capitano Ultimo: il Tar blocca la revoca

Il Tar blocca la revoca della scorta a Capitano Ultimo. Il colonnello su Twitter aveva ironizzato: “La mafia non c’è più. E’ stato solo un gioco”.

ROMA – Il Tar ha bloccato la revoca della scorta a Capitano Ultimo. Si tratta di un provvedimento in via cautelare accogliendo la richiesta della difesa di Sergio De Caprio.

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Avviato l’iter per la revoca della scorta a Capitano Ultimo

Era stato avviato l’iter per la revoca della scorta a Capitano Ultimo. A darne notizia lo stesso colonnello con un post su Twitter nel giorno della decisione della Corte Suprema sull’ergastolo ostativo: “La mafia non c’è più – ha scritto sui social l’autore dell’arresto di Totò Riina – è stato un gioco. Tutti invitati alla prossima cerimonia. Via la tutela al Capitano Ultimo, in fondo se l’è cercata e basta indagini, non servono più“.

Insieme al post la foto dell’atto ufficiale che notifica la revoca della scorta perché non esiste più il pericolo alla sua incolumità.

Capitano Ultimo lasciato da solo

E’ la seconda volta in pochi mesi che viene revocata la scorta a Capitano Ultimo. Da settembre 2018 il colonnello non era più sotto protezione. Una libertà durata solo poche settimane visto che il TAR ha accettato il reclamo restituendo la scorta al militare.

Ma ora la situazione si ripete con l’ufficiale dei carabinieri che ironizza sui social. Non è escluso che nelle prossime ore i suoi avvocati presentino un nuovo ricorso per mettere Sergio De Caprio sotto protezione. Possibile anche in intervento da parte del ministro Lamorgese.

Capitano Ultimo
fonte foto https://www.facebook.com/IoStoConIlCapitanoUltimo/

Revoca arrivata nel giorno della sentenza sull’ergastolo ostativo

La decisione della revoca è arrivata nel giorno della decisione della Corte di Strasburgo sull’ergastolo ostativo. I giudici hanno rigettato il ricorso dell’Italia chiedendo al nostro Paese di cambiare la norma. Una decisione che rischia di riaprire le porte ai boss della mafia e ai terroristi.

Una sentenza non condivisa da Roma con il ministro Bonafede che ha parlato di “stato autonomo” e confermato che “le celle non si aprono“. Da capire come si muoverà il governo nelle prossime settimane dopo la decisione da parte della Corte di Strasburgo.

fonte foto copertina https://www.facebook.com/IoStoConIlCapitanoUltimo/

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ultimo aggiornamento: 26 Ottobre 2019 21:46

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